LETTERA AD UN BAMBINO MAI NATO

LETTERA A UN BAMBINO MAI NATO
di Valerio Di Luzio
Ottobre 2018


TITOLO:”Lettera a un bambino mai nato”

PUBBLICAZIONE:1975

CASA EDITRICE:Rizzoli

AUTORE: Oriana Fallaci. Fu una giornalista e scrittrice italiana nata a Firenze il 29 giugno del 1929. Fu una delle prime donne ad essere mandate al fronte in qualità di inviata speciale. Negli ultimi anni della sua vita divenne una delle più discusse e citate giornaliste internazionali a causa della sua posizione contro l’islamismo.

OPERE:Sesso inutile.Viaggio intorno alla donna,Milano,Rizzoli,1961; Penelope alla guerra,Milano,Rizzoli,1962; Se il sole muore,Milano,Rizzoli ,1965; Niente e così sia,Milano,Rizzoli,1969; Intervista con la storia,Milano,Rizzoli ,1974.

STILE: Lo stile delle opere rispecchia la personalità dell’autrice caratterizzata da un forte coraggio(come in “Niente e così sia”), intelligenza e indomabilità di una donna che non vuole rientrare nel “Secondo sesso”, partecipando ad attività esclusivamente maschili come il corrispondente di guerra assieme alla figura di Martha Gelhorn. Molte critiche sottolineano una volgarità(come in “Inschiallah”) e una carica provocatoria,ma al contempo vi è l’uso di un linguaggio semplice e chiaro, che delineano il suo stile unico ed inconfondibile  

PERIODO STORICO IN CUI SCRIVE: Essendo nata nella prima metà del XX secolo partecipò agli eventi più significativi della storia. Nelle sue opere che rispecchiano oltre la sua personalità anche la sua passione per il giornalismo si ritrovano episodi come: la guerra in Vietnam (Niente e così sia) e molti altri (Intervista con la storia). Per tanto va da un sogno idilliaco del dopo guerra alla disillusione moderna.

TRAMA: “Lettera a un bambino mai nato“racconta sotto forma di autobiografia l’esperienza di una gravidanza a sorpresa che interessa una donna single in carriera. Si concepisce la figura della madre e della gravidanza non come un dovere ma come una scelta responsabile e individuale. Nell’opera la protagonista dialoga con se stessa e con il proprio figlio, parlando di ciò che gli aspetterà una volta finita la gravidanza, informandolo di sofferenze e piaceri. Si costruisce cosi la vita e le diverse sfaccettature di una donna,simbolo di tutte le donne nella stessa condizione. Terminando con un “processo“ e una “giuria“ che la protagonista sarà costretta ad affrontare.

PERSONAGGI:
Protagonista: Una donna di cui non si hanno molte informazioni,ad eccezione del fatto che è single e lavora. Attraverso le pagine del libro si sottolinea una riflessività con un accenno di inquietudine.
Migliore amica della protagonista: In un primo momento non appoggia la gravidanza ma con un graduale processo individuale capisce che la migliore cosa sia lasciare fare ciò che l’amica ritiene giusto.
Medico della protagonista: Si presenta come un figura che fa pesare e colpevolizzare la protagonista per ciò che è successo.
Padre del bambino: Attraverso una climax passa da un uomo che concepisce l’aborto come migliore scelta ad un altro che assume le proprie responsabilità genitoriali.
Dottoressa: Si configura come un aiutante positivo che sin dall’inizio si schiererà dalla parte della protagonista, che attraverso i suoi consigli le farà perdere il bambino per avere una maggiore autonomia nella gestazione.
Genitori della protagonista: Non occupano un ruolo fondamentale all’interno dell’opera, ma per quel poco che compaiono appoggiano la figlia in ogni sua scelta.

COMMENTO: Questo libro porterà il lettore a riflettere su temi che ad oggi vengono ancora considerati come dei tabù,quali l’aborto. Attraverso le sue parole l’autrice riesce ad elaborare un personaggio che incarna e al contempo rappresenta la donna di un’epoca, simbolo di un desiderio e di una volontà che va contro ciò che si ritiene giusto o meno in una società, quale quella italiana o universale, ma in particolar modo quella italiana rimasta ancora oggi “indietro“ per alcuni suoi aspetti. Il libro nonostante il suo periodo di pubblicazione, parliamo del 1975, è ancora oggi letto da molte persone grazie ad un familiare che lo aveva nella libreria o per sentito dire. Quest’opera assume la forma di una protesta, sfida e di una volontà in forma letteraria che vuole parlare di libertà in vari settori, come quello familiare, sentimentale, lavorativo, etc...Leggendolo non si potrà non far caso a vari rimandi alla cultura classica, come Seneca con il suo“De brevitate vitae“. Per chiunque voglia assaporare una sensazione diversa da quella che si conosce, con una mimesis a volte obbligatoria, questo libro è perfetto. Vi è poi una frase che forse racchiude uno dei significati più importanti del libro, che lascerà quelle che sono le convenzioni imposte da qualcun’altro al di fuori, ossia:“IL PECCATO NON NACQUE IL GIORNO IN CUI EVA COLSE LA MELA: QUEL GIORNO NACQUE UNA SPLENDIDA DISOBBEDIENZA“.
“Nasce” cosi una domanda che forse sarà risolta e compresa una volta finito il libro: Cosa significa assumere il “ruolo”di madri nel momento in cui la maternità diventa una scelta e femminilità non è più suo sinonimo ?

VALUTAZIONE FINALE:8.5  

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